Il genio italico
Lo dichiaro sin da subito: in questo pezzo la modestia non trova posto.
Ma poi perché ci si deve sempre dimostrare modesti, quando ci sono già gli altri che ci pensano a presentarti in sottotono ?
Per realizzare quel famoso “evento wow” di cui stiamo parlando, ci vuole anche un po’ di genio.
Allora, vi voglio parlare del “genio italico”. Di quella caratteristica che ci rende noti in tutto il mondo e che fa dire di noi che siamo “si, bravi. Ma un po’ disordinati, un po’ imprecisi, un po’ approssimativi. Anche se poi arrivate a degli ottimi risultati con trovate geniali!”.
Ebbene voglio far comprendere come la trovata geniale, quella che risolve, l’arrivare a buoni risultati non può essere disgiunta da una grossa professionalità e preparazione. Solo che noi non ci teniamo molto a metterlo in mostra.
Del resto chi si intende un poco poco di musica sa che il bravo interprete può eseguire variazioni sul tema solo quando ha una grandissima dimestichezza e una lunga scuola col suo strumento. Solo chi sa eseguire benissimo secondo i normali canoni si può permettere il lusso di uscire da questi canoni e seguire il suo genio.
Picasso non aveva bisogno di dimostrare che sapeva dipingere e usare il pennello in modo perfetto, rappresentando la realtà per come era. Tutti i quadri del suo primo periodo sono lì a raccontarcelo. Ma poi non gli bastava più. E ha lasciato spazio al genio.
E veniamo adesso al campo più specifico.